venerdì 9 dicembre 2016

FERTILITA': come difendersi dai "killer invisibili"

Articolo scritto e pubblicato per www.lipinutragen.it
La questione della fertilità andrebbe analizzata all’interno del contesto socio-economico di un paese perché gli elementi culturali influiscono sull’età del concepimento, posticipando nel tempo l’idea di avere dei figli. Questa situazione di contorno determina di fatto l’allontanamento dal periodo di maggior fertilità che è biologicamente collegato all’età anagrafica.
Questo tema è attualmente al centro dell’attenzione del Ministero della Salute italiano poiché il tasso di
fecondità del 2013 si è ridotto a 1,39 figli per donna (in una fascia di età considerata per convenzione fra i 15 e i 49 anni). La situazione di contrazione demografica riguarda tutti i paesi europei anche se il nostro dato ci pone ai livelli più bassi della UE.
L'infertilità è definita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dall’assenza di concepimento dopo 12/24 mesi di rapporti mirati non protetti. Anche senza parlare di infertilità vera e propria, le coppie con difficoltà a procreare per vie naturali sono raddoppiate negli ultimi 20 anni (1 su 5 circa) e l’età media al concepimento è cresciuta di circa 10 anni.
E’ importante richiamare il fatto che questa difficoltà riguarda in egual misura sia la donna che l’uomo anche se con problematiche diverse.
La funzione riproduttiva è particolarmente sensibile ad interferenze esterne e va pertanto difesa dalle malattie, dalle infezioni a trasmissione sessuale, dagli inquinanti ambientali e dagli scorretti stili di vita. Questa attenzione la si deve attuare anche nei confronti dei nascituri perché i loro apparati si sviluppano proprio durante la vita intrauterina e pertanto risultano molto vulnerabili dall’aggressione dei fattori indicati; gli stessi che alla madre non danno sintomi ma che in realtà sono molto pericolosi  per il feto e vengono perciò detti “killer invisibili”.
Risulta pertanto appropriato affermare che la salute riproduttiva va tutelata e protetta a partire dalle fasi di crescita nel grembo materno.
La prevenzione dell’infertilità - secondo il Piano Nazionale del Ministero della Salute - passa attraverso l’identificazione precoce e la cura di patologie quali ad esempio per la donna l’endometriosi, la sindrome dell’ ovaio policistico e per il maschio tutte quelle problematiche che influiscono sulla produzione di sperma, nonché per entrambi, la protezione da malattie a trasmissione sessuale.
Una parte importante di prevenzione si gioca sui fattori che ogni individuo può modificare: uno stile di vita sano e un'alimentazione corretta.
Evitare fumo ed alcol, fare attività fisica, nutrirsi in modo appropriato e bilanciato rispetto ai propri fabbisogni, sono comportamenti virtuosi e protettivi non solo per una coppia che decide di avere dei figli ma anche da attuare e trasmettere ai bambini per ridurre il rischio di infertilità nella loro vita adulta .

L’alimentazione equilibrata che sta ottenendo il maggior numero di consensi è quella mediterranea, declinata in diversi modi ma che in comune ha la presenza basilare di frutta e verdura, legumi e cereali integrali, semi e frutti oleaginosi e una presenza calibrata di proteine animali la cui fonte prevalente dovrebbe derivare dal pesce e prodotti ittici. Una dieta di questo tipo risulta essere naturalmente ricca in antiossidanti e in vitamina D, le cui carenze si associano in particolare a difficoltà riproduttive.

FATTORI CHE INFLUENZANO LA FERTILITA’/INFERTILITA’
Biologici
Cambiamenti biologici legati all’età.
La fertilità femminile è massima tra i 20 e i 30 anni d’età poi decresce, fino ad essere molto bassa già prima della menopausa. Questo andamento è legato alla riduzione del patrimonio follicolare e all’aumento di possibili alterazioni cromosomiche negli ovociti delle donne e alla riduzione della qualità dello sperma che avviene nell’uomo già dopo i 35 anni di età.
Stile di vita
Fumo di sigaretta
Influisce negativamente in entrambi i sessi. Per le donne il rischio di infertilità aumenta del 60% e anticipa l’insorgere della menopausa. Nell’uomo riduce la qualità degli spermatozoi e possibili danni nel loro DNA.
Stile di vita
Consumo di alcol
Alcuni studi vedono l’interferenza del consumo di alcol con la produzione di ormoni sessuali sia nell’uomo che nella donna.
Stile di vita
Stress
Stanno emergendo ricerche sull’impatto negativo dello stress sulla riproduzione soprattutto nella donna. Un esempio è l’amenorrea da stress.
Stile di vita
Sedentarietà /temperature alte
Per non incorrere in una riduzione della produzione di sperma è importante che  la temperatura basale dei testicoli sia più bassa di 3-4 °C rispetto a quella corporea.
Lavori sedentari come stare seduti alla scrivania o guidare un mezzo per più ore al giorno, sono sufficienti ad innalzare la temperatura dei testicoli con effetti riscontrabili sulla conta spermatica.
Dieta
Obesità e alterazioni del peso in eccesso.

Esiste una correlazione tra aspetti metabolici e funzione riproduttiva. Questo è particolarmente rilevante nella donna per la regolazione dei fenomeni endocrini ovulatori.
La Sindrome dell’Ovaio Policistico (PCOS) si associa nella maggior parte dei casi anche insulino resistenza, diabete ed obesità.
Dieta
Alterazioni del peso in difetto: fattori.

In situazioni di peso particolarmente basso, conseguenti a severe restrizioni caloriche si assiste ad un’interruzione del ciclo mestruale.
L’ipotalamo non riceve sufficienti segnali endocrini dal tessuto adiposo periferico attraverso la leptina e pertanto non avviene il rilascio a cascata degli ormoni deputati ad attivare la funzione ovarica.
Ambiente
Esposizione ad inquinanti o pesticidi presenti nell’atmosfera, negli ambienti indoor, nell’acqua e nel cibo o farmaci.
Sostanze chimiche una volta ingerite possono interferire con i sistemi ormonali o avere un’azione tossica.
Patologie
Infezioni a trasmissione sessuale, in particolare:
-Chlamydia Trachomatis e Neisseria Gonorrhoeae
-Sifilide
-Papillomavirus
-HIV ed epatiti
Sono ad alta prevalenza e possono causare un danno tubarico o testicolare anche irreversibile.
Patologie
Fibromi, miomi e infiammazione pelvica cronica (endometriosi).
Infiammazioni delle vie seminali, varicocele e le alterazioni ormonali.
Interferiscono con la riproduzione attraverso danni all’apparato genitale femminile o sulla produzione di sperma.
Patologie
Disfunzione ovarica: PCOS.
Caratterizzata da alterazioni endocrino-metaboliche quali la resistenza insulinica e l’iperandrogenismo. Colpisce il 5-10% della popolazione femminile.
Patologie
Idiopatiche
Una parte non trascurabile di casi di infertilità ha una causa che non risulta ancora chiarita o che riguarda meccanismi e modificazioni genetiche non interamente comprese.

Dott. Francesco Bonucci
Biologo Nutrizionista - Forlì

Bibliografia:
(1) Ministero della Salute. Piano Nazionale per la Fertilità. “Difendi la tua fertilità, prepara una culla nel tuo futuro”. Maggio 2015.
(2) Sharpe R.M., FranksS. Environment, lifestyle and infertility - an inter-generational issue. Nature Cell Biology & Nature Medicine.

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