domenica 11 novembre 2012

Scegliere i giusti rapporti...


Prendiamo spunto dalla ‘Conversazione Scientifica’ dei giorni scorsi a Forlì della dott.ssa Carla Ferreri (primo ricercatore CNR, direttore R&D Lipinutragen srl), nella quale evidenziava come il rapporto dei grassi omega 6/omega 3 introdotti con l’alimentazione sia cambiato nel corso degli anni.
Ricordiamo che gli omega 6 e 3 sono acidi grassi fondamentali per la nostra salute e devono essere introdotti con l’alimentazione. Possono essere di origine animale o vegetale ed attualmente il loro rapporto ottimale è individuato in 4-5 omega-6 e 1 omega-3.
Le ricerche scientifiche – estrapolate tra gli altri dagli studi di Simopoulos e dalla banca dati Lipinutragen – indicano che l’essere umano ai tempi del paleolitico si nutriva con alimenti che nel loro complesso davano un apporto di omega 6/3 in una proporzione di circa 1/1. Questo rapporto ha accompagnato la nostra alimentazione fino al ‘900 inoltrato, tralasciando la crescita significativa del consumo di grassi saturi a partire dall’industrializzazione del 1800, di cui ci occuperemo in un articolo a parte.
Attualmente negli USA questo rapporto è di 17:1 e in Europa 15:1, mentre in Giappone 4:1. Purtroppo la sproporzione di omega 6 è anche correlata a diverse patologie di carattere autoimmune e infiammatorio.
Anche le membrane cellulari dei globuli rossi mostrano un rapporto di Omega6/3 ottimale che si trova nell’intervallo 3,5 -5,5 e anche questo dato indirizza ad un cambiamento delle attuali abitudini alimentari (come anche indicato dalla Lipidomica).
Non vogliamo comunque dare un messaggio sbagliato che demonizzi gli omega 6 (ricordiamo che sono indispensabili), ma invece bisogna riappropriarsi di un rapporto di grassi amico delle nostre cellule e della nostra evoluzione biologica. Quindi in quest’ottica, qualche indicazione generale non esaustiva include la riduzione di salumi, snack dolci e salati, olii di semi di mais e girasole e incremento di pesce azzurro, verdure di stagione crude e in particolare cotte, noci, olio extravergine d’oliva.

Bibliografia: A.P. Simopoulus, Evolutionary aspects of diet, the omega-6/3 ratio and genetic variation: nutritional implications for chronic diseases. Biomed & Pharmacotherapy, 2006

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